Le radici della Pianura 2, il Circeo

In questo secondo capitolo del nostro percorso nella storia della pianura pontina, si parlerà del promontorio del Circeo. Qui, infatti, si conservano le testimonianze più antiche della storia del popolamento umano della zona. Il Circeo non nasconde solo piccoli angoli di paradiso balneare per gli Homo sapiens di oggi, è stata anche un'isola di roccia in mezzo ad una immensa pianura in cui abbondava selvaggina per i Neanderthal prima e per i gruppi di cacciatori sapiens preistorici poi.
Abbiamo parlato dei nostri cugini neanderthal nell'articolo precedente e li abbiamo descritti come una evoluzione tutta europea di Homo herectus che, forse perché troppo specializzata, si è estinta all'arrivo del meno specializzato Homo sapiens. Cosa vuol dire, per noi, essere meno specializzati dei Neanderthal? Non si tratta di una offesa, non sentiamoci il ramo sfortunato della famiglia. A lungo andare infatti, questa minore specializzazione non ha fatto che favorirci nella conquista della terra: i Neanderthal avevano arti e busto corti e tozzi che evitavano la dispersione del calore, nasi dalle grosse cavità che permettevano di immagazzinare l'aria fredda e stemperarla prima di spingerla nei polmoni. Insomma, erano un prodotto dell'evoluzione destinato ai climi freddi.
L'homo sapiens si è evoluto a partire da herectus in Africa centrale ed ha conquistato il mondo in poche migliaia di anni. Quando è arrivato in Europa, in piena età glaciale, ha probabilmente “scelto” (se può essere un termine esatto dal punto di vista evoluzionistico) di non adattarsi fisicamente ma di usare la creatività per “coprirsi di più” e “ripararsi meglio”.
L'homo neanderthalensis ha vissuto in Europa a cavallo di due ere glaciali (Riss e Wurm). Il clima, durante questi periodi era più freddo e meno temperato di oggi, le calotte glaciali artiche arrivavano a coprire anche parte dell'Europa del Nord e, di conseguenza, questa grande quantità di acqua ghiacciata sottraeva acqua ai mari. Il livello del mar Mediterraneo era più basso dell'attuale e la pianura pontina era più estesa. Nei periodi glaciali il Circeo, ci sembrerà strano immaginarlo, non aveva mare ai suoi piedi ma una pianura ricca di fiumi e di paludi, luogo di aggregazione di piccoli e grandi mammiferi. Il promontorio offriva, di conseguenza, una grande quantità di punti strategici per la caccia oltre che molti ripari naturali per i gruppi umani. Era, in sostanza, un balcone su un frigo molto pieno.
Tra due periodi glaciali si verificava un periodo caldo, spesso più caldo dell’attuale (che infatti si definisce temperato) definito “interglaciale” e durante il quale la calotte glaciali si scioglievano innalzando il livello del mare anche a livelli superiori rispetto all’odierno. In sostanza, quando il clima diventava simile agli attuali climi tropicali, il Circeo diventava un’isola come oggi appaiono Ponza, Ventotene ecc.
Era, di conseguenza, nei periodi glaciali che si aveva il massimo del popolamento sul promontorio proprio a causa della sua posizione strategica ed è sempre per questo motivo che, per un certo periodo di tempo, Neanderthal e Sapiens hanno convissuto e si sono incontrati proprio qui sul Circeo ed in pochi altri posti in Europa (per quanto ne sappiamo), durante l’ultimo periodo glaciale (vedi tabella di approfondimento). Non ci è dato di sapere come, cioè se si sono fatti la guerra o hanno convissuto pacificamente, se hanno comunicato o se si facevano concorrenza sui terreni di caccia. Quello che sappiamo è che il Circeo è stato uno dei posti in cui questo incontro è avvenuto.
Questa storia è scritta nel terreno di riempimento delle grotte naturali sparse sul promontorio. Qui, gli uomini che hanno vissuto hanno lasciato testimonianze del loro passaggio attraverso resti di cibo, resti della lavorazione di strumenti in pietra e resti di focolari.
Una di queste grotte, la prima ad essere indagata, è stata grotta "Guattari", situata nell’Hotel Neanderthal, sul litorale.
La grotta preistorica più famosa del Centro Italia è stata scoperta durante scavi per i lavori di scasso per l’estrazione di pietra calcarea alla base della collina del Morrone (estremità orientale del promontorio) il 24 febbraio 1939. Il primo Archeologo ad entrarci fu il Prof. Blanc che riconobbe un paleosuolo (una porzione di terreno rimasto inalterato fin dalla preistoria) risalente a circa 50.000 anni fa. Sul suolo trovò molti frammenti di ossa animali e, soprattutto, un cranio fossile di Homo neanderthalensis, uno dei primi scoperti in Europa e, ancora oggi, uno dei più importanti. Il cranio aveva due tracce di mutilazione: una intorno all’orbita oculare destra ed una intorno al forame occipitale, il punto in cui il cranio si congiunge alla colonna vertebrale. Il prof. Blanc, raffrontando il cranio con le “prede” dei cacciatori di teste melanesiani, parlò di “pratiche di cannibalismo”.
Lo scavo della grotta ha chiarito tutto anche da un punto di vista temporale. La grotta è stata utilizzata da gruppi di cacciatori neanderthal tra 75.000 e 55.000 anni fa; dopo l’abbandono, una frana occluse l’ingresso della grotta e questa venne trasformata in tana da una iena intorno ai 50.000 anni fa quando la testa di uno sventurato neanderthal venne trasportata nella tana come pasto.
Ma, nonostante la sua fama, grotta Guattari non è l’unica importante del Circeo. Grotta “delle capre” ad esempio, presenta, a circa 8 m slm, una linea che indica la trasgressione marina (l’aumento del livello del mare che ha isolato il Circeo) dell’ultimo periodo interglaciale (Riss-Wurm, vedi tabella) delineato dalle tracce dei datteri di mare, riconoscibili come piccoli fori lungo le pareti della grotta. Sempre all’interno della grotta, a testimonianza di questo periodo caldo, sono stati ritrovati resti fossili di ippopotamo. Nelle grotte “del Fossellone”, “Breuil” e “Barbara” è stato possibile leggere il passaggio tra neanderthal e sapiens e del loro incontro. Oltre che grazie ad i resti umani, gli archeologi distinguono i livelli di occupazione delle due specie di uomo, grazie ai resti dei loro strumenti in pietra.
Per concludere il nostro percorso nel Paleolitico, si possono segnalare alcune scoperte di strumenti in pietra nel canale delle acque medie di Latina e tra Borgo Montello e Borgo Le Ferriere.
Al Paleolitico segue il Mesolitico, un periodo distinguibile solo a livello archeologico e che è possibile riconoscere, sul promontorio del Circeo, sul versante sud-ovest, in località Cava d'Alabastro, nel piccolo Riparo Blanc.
Il prossimo passo nella storia della pianura riguarderà il passaggio al periodo neolitico, quando venne inventata l’agricoltura. Percorreremo le tappe che hanno portato al più antico villaggio della regione a Satricum (Borgo Le Ferriere) e cercheremo di comprenderne la sua importanza.
Dott. Marco Mastroleo
ERE GLACIALI E DATE
Di seguito l’elenco delle principali glaciazioni che hanno interessato l’Europa. Studi recenti hanno dimostrato che i periodi glaciali possono essere stati più di quattro ma qui vengono presentati quelli riconoscibili a livello geologico nei sedimenti delle grotte e grazie alle oscillazioni della linea di costa sul promontorio.
I periodi interessati da quest’articolo sono quelli relativi a Riss e Würm
Pleistocene inferiore
- interglaciazione Donau-Günz (1.700.000-1.200.000 anni fa)
- glaciazione Günz (1.200.000-700.000 anni fa)
Pleistocene medio
- interglaciazione Günz-Mindel (700.000-650.000 anni fa)
- glaciazione Mindel (650.000-300.000 anni fa)
- integlaciazione Mindel-Riss (300.000-250.000 anni fa)
- glaciazione Riss (250.000-120.000 anni fa)
Pleistocene superiore
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Le grotte preistoriche.
Fondazione ZEI
Fascicolo in distribuzione all'interno della mostra permanente "Homo sapiens e Habitat" c/o Torre dei Templari, S.Felice Circeo (LT)
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